
Mio fratello Max Spera scrive poesie.
Quando l’ho conosciuto, io mi occupavo dell’ufficio stampa di Disneyland Paris e lui aveva creato la rivista ufficiale di Moira Orfei. Mamma mia come eravamo giovani.
L’ho visto fare la spola Salerno-Londra. L’ho visto lavorare a teatro e ai grandi magazzini. L’ho visto fare consulenza creativa alle aziende e leggere favole ai figli di italiani in UK. L’ho visto reinventarsi una, dieci, cento volte per imparare qualcosa di nuovo e contribuire a rendere il mondo più sorridente. L’ho visto su e l’ho visto giù. Le sue parole cambiavano sfumature ma non il suo sorriso potente, che rende indistinguibile la tristezza.
Scrive poesie da sempre. Singole frasi o componimenti interi. Osserva la vita intorno e riesce a cogliere colori che ai più sfuggono. Però poi quando leggo quello che scrive dico “ma certo!”.
Non cerca un editore: si autoproduce. Libri illustrati e dolcissimi. A lui piacciono impacchettati, con una matita, così ognuno può completarli e personalizzarli.
È innamorato dell’amore. Instancabile, mai disilluso, fermo e convinto.
Ecco, il mondo ha proprio bisogno di poeti.
Di chi si ferma un minuto di più a osservare, prima di aprire bocca.
Di chi riprende la penna in mano per augurare qualcosa di bello a qualcuno a cui tiene.
Non è solo il biglietto colorato. Il pacchettino sberluccicante. Il contenuto costoso. È la parola che lo accompagna a essere speciale, a far sì che Natale non sia solo un’altra occasione per essere stressati o ripetere noi stessi.
Lo scorso weekend, auto-seguendo le dritte che avevo condiviso, sono stato al Mare Culturale Urbano. Lì ho comprato alcune foto che Michela ha stampato dal suo account Instagram. Paesaggi mediterranei, porte colorate. Tante tante porte. Le ho chiesto di firmarmele sul retro e anche di scrivermi un pensiero, una frase. È quella frase, ad arricchire di significato, ad aumentare la profondità di campo di una foto.
Ecco, il mio augurio a ognuno di voi, che siate miei amici da una vita o lettori da un giorno, è di scrivere quella frase.
Regalare quella parola, quella poesia, quel pensiero espresso sulla carta o su whatsapp.Che questo Natale sia un’occasione che non perdiamo per dire quel ti voglio bene che rimane troppo spesso in fondo alla gola e non trova la forza per uscire dalle nostre labbra.