Impression soleil levant. Ok, Monet non aveva mica dipinto il Giappone. Ma d’altra parte quando si parla di sole nascente, fare un parallelo col Sol Levante è quasi di rito. E quale miglior alba, se non quella in cui si arriva a Tokyo per iniziare la nostra vacanza in Giappone?
Sbarchiamo dall’aereo e il sorriso si apre a 58 denti – i 4 del giudizio miei e i 2 di Seba, chissà dove sono finiti – nel vedere la gentilezza e gli inchini che riceviamo da tutte le parti. Neanche fossimo i reali d’Inghilterra ai tempi di Carlo e Diana. E proprio come loro, appena entrati nella sala degli arrivi, veniamo accolti da una TV locale che vuole intervistarci. Ridono un sacco e sembrano felici quando diciamo che stiamo insieme. Ci vuole così poco a far sorridere il mondo! Ma passiamo alle cose serie e utili per la nostra vacanza in Giappone…
🗼Appena atterrati all’aeroporto di Tokyo Narita, la tabella di marcia è la seguente
Qualche consiglio dall’ufficio JR di Tokyo. Tutti fotocopiati, disegnati e carinissimi.
Procurarsi gli yen. Visa ci fa pagare 3 € di prelievo e poco altro. Quindi non aveva senso cambiare in Italia.
- Noleggiare la macchinetta del Wifi. Costa 1.300 Yen/giorno (11 €) per navigare illimitatamente in 4G e ci si può collegare fino a 4 dispositivi in contemporanea. Praticamente possiamo mettere su un ufficio stampa su rotaia. Ma siccome siamo in vacanza in Giappone e non alla scrivania a Cinisello Balsamo, lasciamo perdere.
- Entrare nell’ufficio del JR Pass al piano inferiore e prelevare i 200 volantini scritti a mano da loro. Hanno i consigli più carini che si possano immaginare. E persino la targhetta con il nome della signora che ci assiste è scritta a mano e così simpatica, che viene già voglia di abbracciarla.
- Cambiare il JR pass e prenotare il Narita Express per Tokyo, che dista circa un’ora. Nel nostro caso, solita voglia di fare gli spandoni, andiamo diretti a Hiroshima. Cioè, diretti… Cambiamo 3 treni per un totale di 6 ore di viaggio. Ogni cambio, dieci minuti. Roba che in Italia darei per scontato di perderli. E qui, invece, ce la si fa anche con un certo agio.
- Prendere le provviste per il viaggio al Family Mart. Un mini-chioschetto in cui scegliere i primi Onighiri dal contenuto sconosciuto. Chissà perché a me sembrano tutti deliziosi, schifiltoso come sono in genere.
Tutti a bordo del Narita Express!
Arrivati al binario, ci parte il colpo di fulmine per il Narita Express, che ha un musone plasticoso e schiacciato che fa un sacco ridere.
Non possiamo salire a bordo: una signora sta pulendo velocissima e con una precisione chirurgica. Tocco finale: ribalta i sedili a favore del senso di marcia, rapida come Timon che sfugge alle iene.
Sfrecciamo tra le campagne urbanizzate e fanno capolino i primi tetti provenienti dagli anime, insieme alle auto che sembrano le caricature di quelle provenienti dagli anime. Quando il trenino dal muso divertente si infila tra cavi, binari sospesi e palazzi tutti bianchicci della periferia di Tokyo, sembra già di essere entrati in un film. Che qua il futuro è più futuro. E la voce della signorina registrata che ci invita a non dimenticare le valigie in treno ha un vago accento torines-nipponico.
🍒Pesca la tua carta, Sakura (e inizia col piede giusto la tua vacanza in Giappone)
Sbircio dal finestrino e vedo i primi ciliegi in fiore. Mi assale un dubbio: in fioritura o in sfioritura?

Amore, ritorna, i ciliegi sono in fiore…
Cogliere l’attimo fuggente. Inseguire quel momento che aspettavi da tempo e che se arriva tre giorni prima, tu non sei pronto. Se arriva tre giorni dopo, la tensione ti avrà consumato. Così respiri e pensi a un haiku, quelle micro-poesie che a tratti ricordano quelle che scriveva l’ex-ministro Biondi su Vanity Fair.
Allora, qui sul trenino, prendo ispirazione e provo a scriverne uno.
Ciliegi che sbocciano
Attesa in ritardo
Treno dal Futuro
(e nostra piccola vita e nostro grande cuore. Ma questa è un’altra storia)
🚅 Sì, viaggiare. Evitando le buche più dure.
Saliamo a bordo del primo Shinkansen. Che ha un altro muso divertentissimo a papera e va veloce come i nostri Frecciarossa – non di più, quindi immediatamente sento un moto di orgoglio. L’omino in stazione fa una serie di gesti codificati e noi siamo decisamente poco seri ma tanto tanto felici. Ci siamo muniti di bento, scatoletta contenente un pasto da viaggio, e tanti, troppi onighiri. Seba per non sbagliarsi ha pure preso due tramezzini e io un succo alla verdura che sa di Big Babol. Stare svegli è una faticaccia. Infatti dormiamo. Poco, però. E mangiamo. E scriviamo post, come questo. Facciamo tappa a Tokyo, poi a Kobe, dove io credevo di vedere mucche dappertutto, possibilmente accarezzate dagli allevatori. Invece palazzi, palazzi, palazzi. E il mare che spunta dall’orizzonte come quando si va da Rimini a Bologna.
La perfezione giapponese consente a ciascuno di regolare non una ma due bocchette dell’aria condizionata. Il controllore, quando entra nella carrozza, fa un inchino rivolto ai passeggeri. Lo stesso prima di andarsene. Tra i vagoni troviamo i cestini (cosa rarissima in luoghi pubblici!), il lavandino quasi sempre esterno al bagno e soprattutto… un telefono pubblico! Il viaggio quindi è così piacevole, che vorremmo durasse ancora un po’.
E invece no, siamo proprio in arrivo a Hiroshima. E possiamo dare il via ufficiale alla nostra vacanza in Giappone!
Ma non ne parliamo mica subito…
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