Che il fattore scatenante sia una giornata uggiosa o un caldo africano, perché rimandare un pomeriggio alla Biblioteca Trivulziana di Milano?

Da un paio d’anni ho iniziato a fare ricerche approfondite sul mio albero genealogico. Cosa ho imparato:

  • gli svizzeri sanno come renderlo un business: all’anagrafe di qualsiasi città o piccolo paesino sono gentilissimi e ti aiutano a consultare registri di oltre 100 anni fa. Pagando. Ma intanto, chi vuole a tutti i costi fare il proprio albero è disposto a pagare.
  • in Italia bisogna districarsi tra i labirinti. All’anagrafe non hanno tempo, i parroci non hanno tempo, su internet si trova poco. Se imparassimo dalla Confederazione Elvetica, se ne potrebbe fare un grandissimo business. E facilitare la vita di chi vuole a tutti i costi scoprire di cosa è morto il pro-pro-pro-pro-bis-bis-bis-nonno.
  • all’Archivio di Stato si trovano persone squisite.
  • se la tua famiglia è in qualche modo “passata” da Milano nell’800, la Trivulziana è the place to be.

Scusate, ho divagato.

Il suggerimento che volevo dare, è che se vi capita di trovarvi nelle corti del Castello Sforzesco di Milano (che il correttore vuole a tutti i costi chiamare “sfornisco”), mettete il naso tra questi scaffali strapieni di registri e documenti di un tempo che fu. Compresi 1300 manoscritti, 1300 incunaboli (???), 16.000 cinquecentiste (???), oltre 180.000 edizioni a stampa. Un bel km di libri pronto ad accogliere la vostra sete di curiosità, dalla storia medievale a Leonardo Da Vinci, passando… per la vostra famiglia.

PS: Io ho trovato quello che cercavo. Con l’aiuto del personale della biblioteca, disponibile e davvero tanto tanto tanto gentile, ho scoperto le mie radici dalla fine del 1600.