Viaggerò pure di frequente, ma sono un disorganizzato cronico. Quante volte appena dopo il decollo penso “porca vacca, avrei dovuto prendermi qualcosa da mangiare!”. Per fortuna (?!) accorrono in mio aiuto i pasti di bordo, su rotaia come in aereo.
Durante un viaggio longitudinale lungo la penisola iberica delle gentili signorine dei treni ad alta velocità mi hanno servito una colazione deliziosa.

Ok, non posso essere sarcastico lungo tutta la frase.

Le signorine erano davvero gentili.

La colazione di delizioso aveva solo l’apparenza, perché nella sostanza i dubbi sono sorti come funghi. A turbarmi non è la confezione di stagnola da aereo, ma la lunghissima lista di ingredienti. E di coloranti. E di conservanti. Così incompatibili con la “missione” dichiarata nel menù di bordo, consegnato con cura a inizio viaggio.

“Our main goal: healthy living and healthy eating.”

Che io abbia studiato marketing è ininfluente: di questa incoerenza tra comunicazione e contenuto ne ho davvero piene le tasche. Vita sana e cibo sano non possono essere accoppiati con ingredienti nascosti dietro codici alfanumerici.

Quando inizieremo a rifiutarci di credere a queste stronzate?