C’è chi dice che per giudicare l’igiene di un ristorante si debba andare in bagno.

Siete mai stati in quelli della Rinascente di Milano? Quelli all’ultimo piano dell’unico grande magazzino che la nostra nazione ricordi? Sì, quello il cui nome fu coniato da D’Annunzio.

La sporcizia.

La puzza.

La manutenzione.

Perché siamo così stupiti quando i bagni sono puliti? Eppure è una componente di servizio fondamentale. Perché è una voce di spesa alla quale le aziende sono così disposte a rinunciare, a delegare a cooperative dai nomi impronunziabili, a ridurre a un mero foglio presenze da firmare, appeso alla porta delle toilette?

Il CEO, il Presidente, l’Amministratore Delegato, il Proprietario vanno mai a farci la cacca o a cambiarsi un assorbente? E se quel WC fosse gratuito per chiunque e pulito in continuazione, siamo sicuri che non sarebbe la prima destinazione turistica di una città, capace di attrarre centinaia di persone e, sì, potenziali clienti?

Se i lettori di MaxGuide trovassero non accettabili i bagni dei locali che segnaliamo, vorrei saperlo. Perché quei bar, quei ristoranti, non meritano di stare nella nostra guida.