
Non l’ho sentito dire in un Ted Talk, ma dal signore seduto di fronte a me in metrò. Un signore di una certa età, con gli occhiali spessi spessi come non si vedono di frequente. Accanto a lui una coetanea, forse la moglie. Vecchi hippie in pensione. O forse solo persone sensibili, che hanno visto tanto e hanno vissuto tanto.
La necessità che aguzza l’ingegno.
La necessità che ci fa dire sì. O no.
Devo fare, voglio fare. Sottile differenza nel linguaggio, grande differenza nel messaggio. A noi stessi, in primis.
Siamo così sicuri di dover fare?
Oppure non abbiamo il coraggio di dire a noi stessi che sì, anche oggi vogliamo fare. E che anche se potremmo guidare la nostra vita in un’altra direzione, vogliamo continuare proprio in questa.
Se anche essere felici, sorridere un po’ di più, vedere il bicchiere mezzo pieno fossero delle necessità?
Se fossimo protesi non verso il criticare quello che non funziona o il lamentarci dei limiti – di budget, di tempo, di mezzi e di competenze.
Se diventasse necessario e irrimandabile essere felici.
Che bella invenzione. E l’avremo inventata noi.