
Saper dire no.
A chi ci propone di passare a un altro operatore telefonico.
A chi ci vorrebbe diversi da come siamo.
A chi ci offre 3 prodotti al prezzo di 2.
A chi ci ricatta moralmente, anche se ci vuole bene.
A chi non è gentile.
A chi non è chiaro.
A chi ci crede d’accordo.
A chi ci serve una pietanza fredda.
A chi parla male di qualcun’altro.
A chi lavora in modo mediocre.
A chi copia e non aggiunge valore.
A chi ci propone una minestra riscaldata.
A chi usa gli aggettivi in comunicazione: unico, esclusivo, magico.
A quando promettiamo e non manteniamo.
A chi dorme e non piglia pesci.
A chi porta l’ombrello perché “non si sa mai”.
A chi non parte.
A chi ci tira pacco all’ultimo.
A chi ci vomita addosso negatività e non cerca di cambiare.
A chi smorza il nostro sorriso invece di alimentarlo.
A chi ammazza i nostri entusiasmi con la concretezza.
A chi ci propone solo aneddoti e non costruisce un futuro.
A chi non si mette, una volta tanto, nei nostri panni.
A un bambino che reclama il suo iPad ed è meglio darglielo, piuttosto che regalargli attenzioni.
Ogni volta che diciamo un sì, scegliamo. Ogni volta che diciamo un no, scegliamo.
I no che aiutano a crescere.
Se questo lunedì ci dessimo la possibilità di scegliere con consapevolezza e non in modo automatico? Se la nostra scelta fosse un no bello, grande e fermo, che ci facesse sentire di nuovo i piloti della nostra vita? Due lettere, una parolina, una piccola gioia che potrebbe aprire la porta ad altre, inaspettate porte.
Un no detto con coraggio e contro l’abitudine. Non per partito preso, ma con lo spunto di prendere una posizione netta, di mettere un freno a una corsa in cui noi non siamo più noi.
Un no che lasci, finalmente, spazio a nuovi sì.