
Meno di due settimane fa ho visitato Palermo per la prima volta. Peste mi colga: 15 volte negli USA e mai in quella meravigliosa città che ha tanto da insegnare riguardo l’integrazione.
Mi hanno colpito le viuzze, piccole persino quelle principali, gli stili che si intersecano senza mai separarsi. E le arancine, al femminile. Belle, rotonde, buone e generose di gusto e pure di burro (premessa: sono uno di quei ragazzi – ehm, uomini – ossessionati dal peso). Davide, che ha studiato a Palermo, ci ha detto di andare a mangiarli da I Cuochini. Ecco, dove si trova questa gastronomia? In un cortile, nascosta e delicata, come le mille delizie (eh no, che non sono schifezze come quelle surgelate che ci propone Autogrill) con cui popola la vetrina.
Una sfilza di impressioni positive…
Prima impressione positiva: l’uso dei diminutivi che sono quasi vezzeggiativi. Cuochini, Arancinette, Timballetti, Brioscine. Così buoni da meritare tutti la lettere maiuscola.
Seconda impressione positiva: il prezzo; 0,70 €/pezzo: zero-virgola-settanta-Euro-al-pezzo.
Terza impressione positiva: la bellezza a volte si nutre di semplicità. Niente forme strane, apparenze da gourmet. Cibi semplici che sembrano semplici e sono semplici. E buoni.
Quarta impressione positiva: la signora che ci ha servito. Prendiamo quattro spuntini diversi e tiriamo fuori il portafoglio. Lei ci guarda con la tenerezza che le persone gentili riservano agli stranieri e ci dice “no, no, pagate dopo”. Il gusto che viene prima del denaro. People over profit. Oddio, ma questa è proprio MaxGuide!
Quinta impressione positiva: il bagno pulitissimo e profumato. Senza cartelli “consumazione obbligatoria”.
Eccola la Gioia #4: dare prima il servizio e aspettare per il pagamento. Servire arancine buonissime, condite con sorrisi.
PS: Non vediamo l’ora di scrivere MaxGuide Palermo per mangiare di nuovo dai Cuochini. Giusto perché sia chiaro che a noi ce piace magnà. Tantissimo.