
Il primo lunedì dell’anno per me è più sonnacchioso che mai. Saranno le vacanze. Sarà il bombardamento di ricordi e messaggi che si accavallano con questo nuovo inizio. Sarà che sto invecchiando? Impossibile. Uso tutte le cremine corrette per mantenermi giovane.
Ieri, camminando per la strada che da Bronte porta a Bondi (no, non dal pistacchio all’ex-ministro – ma da spiaggia a spiaggia attorno a Sydney), c’erano tanti bar. Tutti quanti con la musica a palla. Pieni di gente a metà tra lo sfatto e l’infighettato per fare ancora festa il pomeriggio dell’1 gennaio. Cocktail, birre, casino.
Ecco, sto invecchiando.
Perché io sono andato alla ricerca di un posticino tranquillo tranquillo in cui bere un caffè. In cui sentire il ritmo che rallenta. In cui la sveglia di cui ho bisogno è dolce e non mi sculaccia.
E poi, penso a Katoomba.
Nel cuore delle Blue Mountains, in Australia, a meno di due ore da Sydney. Una cittadina che, smaltiti i fasti liberty di inizio ‘900, è anonima come troppi posti turistici di massa. Di fronte a un bar gigante, che serve colazioni dozzinali, c’è Pomegranate.
Un posticino piccolo piccolo, che non espone i cartelli di cibi espressi in co-branding con la Coca Cola. Ha i divani rivestiti con una vecchia fantasia di melograni. Vende dolci dalla panetteria locale. La spremuta fatta al momento è servita in una brocca. Le uova sono bio, il pane è con lievito naturale.Di sottofondo, la musica giusta per iniziare la giornata con una carezza. I ragazzi si danno da fare, mani in perenne movimento, come in un’orchestra sinfonica. Parlano a voce bassa, tra di loro e con i clienti. Hanno quattro pallini e mezzo su TripAdvisor. Da sempre. Lo espongono con orgoglio sulle pareti del loro bar. Non hanno un sito. Non fanno offerte speciali.
Il proprietario si chiama Yai, ha 41 anni e non li dimostra (magari mette le cremine come me?). Non è di Katoomba, è tailandese. Prima ha fatto il ristoratore a Sydney, ma le cose non sono andate bene. Si è rialzato e insieme a sua moglie si sono trasferiti qui da 5 anni. Cioè, erano venuti a trovare un amico, tipo gita di piacere. Però hanno visto questo posto qui e l’hanno fatto rinascere.
Semplicemente amano le cose buone. E ci tengono a supportare l’economia locale.
Eccolo, un posto che ti fa iniziare bene la giornata.
Con le uova benedict, da cui sono diventato dipendente, o il bagel con il salmone. Con il caffè buonissimo, persino l’espresso macchiato che sembra italiano.
Eccolo, un posto dove ti fa piacere lasciare la mancia.
A Milano o a Katoomba.
Durante il nostro viaggio in Australia, abbiamo passato una notte pazzesca a Kuranda – clicca qui per leggere l’articolo.