Stefano Rosa e i mille busker italiani rendono le piazze vive e felici.

Si vede che il lunedì è diventata la mia giornata musicale. Dopo l’esperienza pazzesca del secret concert della scorsa settimana, c’è un’altra gioia sonora a cui tutti possiamo accedere. Praticamente sotto casa. Portata da un busker.

Fermiamoci cinque minuti.

Giuro, si possono trovare. Per strada. Ad ascoltare qualcuno che, con il freddo o il caldo torrido, con poca o tanta gente, con timidezza o con sfrontatezza, condivide la sua arte.

Stefano canta bene, compone, arrangia, scrive musica. L’ho conosciuto cinque anni fa mentre si destreggiava tra la sua passione, un mondo che non consente a tutti di entrare nella top ten, l’aspirazione di un lavoro serio, la voglia di creare.

E poi, ha scelto.

Perché mandare cento CV poco convinti?

Perché lasciare quel sogno là dov’è? Perché lasciare che un altro viva per te? (ok, questa l’ho presa da una canzone di Renato Zero…)

Stefano è un busker, un artista di strada, e ha un calendario fittissimo di performance. Gira le piazze da nord a sud, ha un palcoscenico diverso ogni giorno. Un marciapiede, un terrazzo, il pavé o l’asfalto. Dona calore e ne riceve. Condivide la sua passione e il suo coraggio con migliaia di persone, che lo hanno applaudito in centoventi piazze solo quest’anno.

Gioia #12 – Fermarsi ad ascoltare un busker e comprare un suo CD

Ecco, oggi siamo sicuramente di fretta. Solo oggi?

Cosa succederebbe se ci fermassimo ad ascoltare Stefano o uno dei suoi mille colleghi che sono senza contratto ma che lavorano ogni giorno perché l’arte ce la faccia? Se lanciassimo nella custodia della chitarra dieci Euro?

Potremmo portarci a casa un CD che (per ora) non scalerà la top ten, ma è a km zero, senza bisogno di certificazioni e controlli. Che non chiede permesso e potrebbe entrarci nel cuore. Che ci entrerà nel cuore.

Cambiando drasticamente anche questo lunedì.

#millegioie