Chi è stato in Giappone lo sa. Prima o poi soffia un vento dell’est, che ci riporta nel casino di Tokyo o al Castello di Himeji. Quando accade, bisogna organizzarsi per bene.
Non crediate di esserne immuni, io ero un “il Giappone non mi interessa particolarmente”. Non sono avido lettore di Manga, non ne so molto di Shogun e dinastie. Però quel Paese del Sol Levante lì mi è entrato nel cuore.
Ecco i miei 10 allegri rimedi per quando viene la nostalgia da Giappone ed è così forte che può solo ricordare la Nostalgia Canaglia cantata da Al Bano e Romina.
1 Chiudersi in casa, sedersi sul divano e guardare un film di Miyazaki
Io adoro La città incantata o Il castello errante di Howl. Gli altri non li ho visti, per la verità.
Comunque bastano 10 minuti di questi capolavori per innamorarsi per la prima volta o nuovamente del giappo-pensiero nel suo lato più poetico. E se proprio non ce la fate più a stare fermi con le mani nelle mani, organizzate un nuovo viaggio in Giappone. E prenotate immediatamente l’ingresso al museo dello studio Ghibli per il prossimo viaggio in Giappone: va esaurito alla velocità della luce.
PS: Se proprio Miyazaki non vi piace, potete sempre comprarvi le babbucce di Hello Kitty. O una maglietta di Gudetama su ebay: farete felicissima la Manu.
2 Prendere un treno per Milano e stare da SuperGulp finché non viene notte
Questo vi obbligherà a uscire di casa. A scrollarvi di dosso un po’ di depression. E poi arrivare sui navigli fa sempre carino. Soprattutto con la consapevolezza che gli scaffali strabordanti di manga vi aspettano ogni giorno fino a notte fonda da SuperGulp, uno dei 49 posti che abbiamo consigliato in MaxGuide Milano.
3 Indossare il kimono o almeno lo yukata come un giapponese
Se non ne avete mai messo uno, non sapete cosa vi perdete. Ma se siete nostalgici del Giappone, rimpiangete ogni minuto il non averne comprato uno da portare a casa. Che sogno, girare all’Esselunga più altezzosi delle sciure vestite in Prada e dei tamarri in D&G.
Allora non resta altro che acquistare uno yukata da Flaminia. Oppure noleggiare il vostro kimono da Wayaku. Intanto so già che non ve ne vorrete separare mai più.
4 Entrare nudi in una SPA e farvi arrestare
Onsen. Già il suono suona così soave, rispetto alla nostra SPA che evoca più il commercialista, che la salute attraverso l’acqua. Però in Italia non abbiamo i bagni termali nipponici. Quelli in cui ci si strofina la pelle come non ci fosse un domani prima di entrare in acqua, dove si cuoce come il cappone in brodo durante il bagno. In attesa di strofinarsi ancora un’altra volta dopo il bagno, eliminando quei poveri ultimi brandelli di pelle rimasti. Ovviamente restando sempre in versione nature.
Allora non ci resta che andare alle nostre italianissime terme, ovviamente vestiti di tutto punto con lo yukata del punto 3, e uscire sereni e maestosi nella zona delle vasche come mamma c’ha fatti.
Chiameranno la Buoncostume, verremo arrestati. Ma lo faremo continuando a inchinarci ed esclamando “gozaimasu!”.
Che stile. Che giornata indimenticabile.

Con i consigli della Pina sul Giappone vi passa la malinconia o vi viene una voglia irrefrenabile di partire subito. O entrambe.
5 Leggere il libro della Pina sul Giappone
Chevvelodicoaffà? Il suo libro ci ha cambiati tutti, a noi nostalgici. Ha anche radicalmente migliorato la qualità della vacanza di chi andrà in Giappone per davvero o di chi ci tornerà una seconda volta. Il bello di questo volumetto, così colorato e fichissimo, è che se lo leggete in metro fa chic e se lo leggete in spiaggia fa networking sicuro.
6 Mangiare sushi giapponese
Alle volte i rimedi semplici sono i più efficaci. Che bisogno c’è di impazzire alla ricerca di soluzioni strane, quando sotto casa abbiamo decine di cinesi pronti a servirci pietanze giapponesi? Ecco allora i posti che io amo moltissimo, più o meno attorno a casa mia. Gestiti da cinesi, italiani e, ogni tanto, anche giapponesi.
Da Tokyo a Monza potete andare a mangiare il Max Roll (in mio onore – per davvero!) e il maki potato, che di pesce non ne ha. Sono un po’ frittarelli, ma d’altra parte in Giappone friggono anche le pantofole.
Sempre a Monza da Mume preparatevi a svenire dalla bontà mangiando il Made in Italy con bufala, tonno fresco e cipolle di Tropea caramellate. Una poesia.
Da Nu a Milano vestitevi un filo chic (ottimo il kimono di cui sopra, sconsigliata la mise adamitica) e ordinate i loro gunkan nel cucchiaio. Piccoli e buoni da impazzire.
Perché la nostalgia vi passi del tutto, però, dovete far aggiungere un etto di wasabi in ogni maki. Solo quando la lingua vi brucerà come in Calabria, sarete davvero (quasi) di nuovo a Tokyo.
7 Mangiare sushi brasiliano o panini di pesce. O ramen.
Sempre di mangiare si parla… Qui però andiamo sul trasgressivo.
Da Bomaki a Milano io non oso resistere allo Spicy salmon burrito. immaginate un burrito. GIGANTE. Rimpitelo di riso, gambero fritto, pesca e tartare di salmone piccantiella. Ciaone proprio.
Pescaria a Milano me l’ha fatto conoscere Ciuffone, che è anche colui che ha immaginato e realizzato il sito di MaxGuide. Con il Giappone questo posto non c’entra nulla. Però è un fast food di pesce da rimanerne dipendenti e fa panini stracolmi di polpo fritto o tonno che neanche a Kobe. Ah giusto, perché lì mangiano i manzi.
Non di manzi si tratta, piuttosto di suini, ma il ramen è un’altra di quelle soluzioni che vi faranno passare la lacrima facile. Anche perché mangiandolo inizierete a sudare come non ci fosse un domani. A Milano, MarioBè mi ha portato da Nozomi. E aveva gran ragione: è qui che fanno il ramen migliore.
Infine, potete sempre provare uno dei nuovissimi Onighiri dell’Esselunga e sputarli alla velocità della luce perché sembrano parafrasare il + latte e – cacao in stile + riso e —-pesce.

Nelle librerie giapponesi potrete anche comprare un simpatico romanzo-fumetto con protagonista una faccia da… beh, scopritelo da voi!
8 Andare al supermercato giapponese a Milano o alla libreria giappa a New York
Comodi comodi.
Da Poporoya trovate non solo un sushi bar ma anche scaffali pieni di prodotti tipici e di alta qualità, direttamente dal paese del Sol Levante. Toglietevi quella tristezza dal volto e provate a farvi un buon ramen a casa, allora!
Se proprio Milano vi sta stretta e i voli per Tokyo costano troppo, rimane sempre l’asso nella manica: New York. Nel cuore di Manhattan c’è la mega-libreria Kunokuniya. Praticamente la Feltrinelli nipponica. È accanto a Bryant park, il che vi consentirà anche di fare yoga per riprendervi dallo stress della nostalgia, by the way. Qui potete perdervi tra migliaia di libri incomprensibili, ma anche acquistare souvenir made in Kyoto. Assaggiare dolcetti che si vedono nei cartoni o, semplicemente, godervi l’aria condizionata in agosto. Niente male.
9 Riguardare Mila e Shiro e il video di Max Pezzali a Tokyo
Se di cliché vogliamo parlare, rimangono i nostri meravigliosi anni ’80. Quelli con le palle eterne da lato a lato nel campo di Mila e Shiro. Quelli con il gran figo di Johnny e le automobiline cubiche che sono tanto di moda a Hiroshima.
O gli anni ’90, quelli di Max Pezzali e del suo Viaggio al centro del mondo, ora così passé. Ah, brutta cosa l’invecchiamento. Tanto vale deprimerci ancora un po’.
10 Rileggere Marie Kondo e poi fare shopping da Muji
Marie Kondo: ti cuoro ❤.
Tu hai svuotato i miei scaffali dalle cose inutili. Hai depurato il mio armadio da vestiti tristi che non volevo mettere anche se mi ostinavo a tenerli. Tu hai fatto spazio tra i pensili e liquidato i campioncini degli hotel che sanno di chimico.
E ora che il riordino è finito, si può andare da Muji a comprare nuovi oggetti meritevoli di entrare nelle nostre case. Con linee delicate e così dolcemente di design, le trasformerà in una succursale del mondo giapponese. Profumazioni giapponesi, aspetto giapponese, tatto giapponese.
Non serve davvero altro: ora abbiamo tutto.
Passata la nostalgia da Giappone?
Sarò lieto di integrare questa parzialissima lista con i consigli di chi non dorme pensando a Nara. Non mangia pensando a Tokyo, non fa sesso… Vabbè, sto esagerando.
La realtà è che ognuno ha il suo Giappone.
Il mio è quello dei negozietti di designer locali. Per la Fede è quello del cibo. Alla Manu piace quello dei giapponesi. MarioBè ne adora la fantasia. Gionata i suoni della metro. Seba il Castello di Himeji.
Qual è il vostro Giappone?
Bel post, davvero. Spensierato e divertente, complimenti! Ma quel “cantata da Al Banco ” ti prego correggilo
Grande! (e maledetto correttore)
Ho corretto e ora Al Banco è tornato Al Nano. No, Al Bano!
Felicità!