Shailene Woodley e l'importanza del femminismo quotidiano

In aereo verso il web summit di Lisbona ho conosciuto Daniela. Anzi, è Daniela che ha conosciuto me e Nicola. È una giovane imprenditrice, che disegna ogni giorno nuovi modi perché la sua azienda crei fondamenta che durino. Fa networking pure mentre dorme, che ogni attimo sprecato poi non torna indietro.

Ana è una sua amica di Porto. Ha studiato in Italia, ha vissuto a Vienna, ha viaggiato il mondo e ora fa l’architetto a Lisbona. Dice che gli architetti sono tanti, probabilmente troppi. E la sua voglia di tornare a Porto cozza quotidianamente con le opportunità che il mercato, da solo, non è in grado di creare.

Penso a Michelle, che mentre era alla Casa Bianca non ha solo partecipato a cene di beneficienza ma ha cercato di giustificare il suo ruolo forse privilegiato provando a dare l’esempio quotidianamente per rendere se stessi migliori, per esempio attraverso l’alimentazione e l’attività fisica.

Vedo Liz e altre amiche di estremo talento e impegno come lei. Le ascolto parlare della loro voglia di cambiare azienda, di fare un salto e nel frattempo imparano nuovi codici, fanno tre lavori in contemporanea e non si distraggono neanche un secondo. Perché non si mettono in società tra di loro?

C’è Manuela, che da sempre sa scrivere e che negli ultimi anni si è data da fare per perfezionarsi. Non contenta, ora studia anche interior design. Ogni giorno alla ricerca dell’equilibrio tra forza e fragilità, tra sogno da vivere e sogno da realizzare. Ah, la leggeremo domani qui sul blog.

La Betta, che avrebbe potuto studiare giurisprudenza, ingegneria o medicina. Ha scelto astrofisica e ama terribilmente quello che fa. È l’amore a darle sicurezza, purtroppo non il contratto perennemente precario e che la porta a traslocare un po’ troppo spesso.

Poi Paola, che a 12 anni ha inciso Cacao Meravigliao e a 20 duettava con Olmo su Sei una Merda. Ed è un’autrice, una comica, una donna, un’attrice, una presentatrice, un’artista. Immagino anche una sognatrice, un’amica e una figlia.

Torno al web summit, dove ho appena visto sul palco Shailene, attivista e attrice americana. Le hanno chiesto cosa accadrà al movimento femminista ora che il nuovo Presidente americano è stato eletto e non è Hillary. Le sono bastate poche parole perché tutti e 14.000 ci sentissimo donne. O per biologia o per empatia.

Il femminismo non è un Presidente. Il femminismo è un movimento.

You can’t stop the beat. (come cantava Tracy in Hairspray!)