​Cosa vedere a Vicenza in un giorno o in un Weekend?​

Vicenza è la città del Palladio. Palladio era un genio. Favorevoli? Contrari? Astenuti? Non c’è niente da discutere a riguardo. E Vicenza te lo ricorda ad ogni angolo: il Teatro Olimpico, la Basilica Palladiana, le calamite made in China vendute dai tabaccai.
Tutte queste meraviglie fanno di ​Vicenza ​la meta ideale da ​visitare in un giorno​ o, se sei più fortunato, in un ​weekend​.
Come dici? Ti è venuta voglia di farci un salto? Se prevedo bene le tue mosse, ti do una dritta ulteriore. Ho creato la ​mini guida gratuita​ per un ​weekend favoloso a Vicenza​ che fa al caso tuo, con una mappa in cui troverai proprio tutti i posticini di cui ti ho raccontato!

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La Vicenza dei portici

Palazzi bellissimi, ricchi e poveri come quelli che cantavano Mamma Maria. È la città dei portici, gli infiniti portici, che fanno da contorno ai palazzi, sempre bassi e sempre allungati. L’architettura della città è slanciata: alte e strette le finestre e persino le persiane. Portici regolari, che di colpo diventano sghimbesci. Soffitti in cui le travi si alternano come se fossimo sotto una ferrovia. Chissà quale treno sta passando al primo piano…
Bambù e le artigiane vicentine in Corso Fogazzaro a Vicenza

La Vicenza delle botteghe

Certo, le catene sono arrivate anche qui come dappertutto. Ho una specie di ossessione al negativo per le catene. Penso a quanto cosmopolita sia sembrato l’arrivo di Coin decenni fa, a come moderno sia sembrato veder comparire McDonald’s e Intimissimi. Mai più senza Flying Tiger e H&M (ah, sì. Quella che a Milano chiude il mega-store del post-Fiorucci).
La vera sorpresa di Vicenza, per me, è la resistenza artigiana. Botteghe che vendono cappelli come cinquant’anni fa. Caffetterie e negozi di cinture. Bambù, il negozio di Eleonora detta Nori e di sua figlia Giorgia, che non solo importa oggetti fatti a mano da tutto il mondo, ma che ora dedica anche una vetrina ad artiste e artigiane vicentine. Donne che si ispirano alla propria città e creano oggetti che ne rappresentino l’anima.
I turisti possono pure comprare le calamite made in China, i viaggiatori proprio no.
Le insalate di Mifrulla a Vicenza sono poesia pura

La Vicenza dei cortili

È così che amo vivere Vicenza. Curiosando dove sembrerebbe non esserci niente. Intrufolandomi nei cortili dei palazzi, scostando cancelli che rivelano tesori più grandi. I palazzi di corso Palladio, certo, ma anche e soprattutto quelle case che da fuori sembrerebbero appena appena in ordine. È in un cortile di Corso Fogazzaro che ho trovato Antonietta e il suo Mifrulla, in cui lei passa le giornate a inventare nuovi modi di combinare frutta, verdura e semini per preparare cose buone, che fanno bene. La mattina torte e muffin senza schifezze, il pomeriggio elisir di lunga vita e insalate che ciao.
Talvolta la buona musica non ha bisogno di volume alto per essere apprezzata.
Non a caso di fronte a lei c’è un negozio di dischi – tra i pochi rimasti in città. Poesia da un lato, musica dall’altro. Ad avercene, di cortili così.

Una giornata a Vicenza

Alla fine Vicenza dista meno di due ore di treno da Milano e da Bologna ed è una validissima alternativa a Verona e Venezia per visitare una città-salotto, non invasa dai turisti e con una dimensione vera e umana che colpisce. D’inverno le signore impellicciate ai caffè del centro. D’estate gli studenti finalmente liberi da lezioni ed esami. Qui ogni ora del giorno è quella buona per uno spritz, ogni ponte è quello giusto per un limone.

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