Chiamare qualcuno di importante è facile... se non hanno ancora rimosso la cabina!

Ricordo con un po’ di nostalgia l’uso del telefono di un tempo che fu. L’immensa sciccheria di quello a disco, proporzionale a una scomodità che oggi ci farebbe inorridire: cornetta da un quintale, numeri da sapere a memoria e comporre ogni volta ex-novo, tempo infinito per prendere la linea.

E se poi è occupato? Magari tocca fare la Chiamata Urbana Urgente.

Non parliamo, poi, di quando, tirando il filo, ci nascondevamo dietro una porta per poter dire qualcosa di un po’ più privato, separati da quelle pareti di cartapesta che l’Italia ha costruito dal dopoguerra. Così difficile tener nascosto qualcosa in casa: una cotta, un brutto voto, una sorpresa. A “casa degli altri” si chiamava prima delle sette e dopo le otto e mezza, per non disturbare mentre si mangia.

Per chiamare la zia a Vicenza, noi si andava al Bar Centro la domenica mattina. Costava meno chiamare dai telefoni pubblici e soprattutto nei festivi. I telefoni (sempre grigi fino agli anni ’90! Ma cosa avevamo fatto di male?) erano in un sottoscala, appesi sopra decine di elenchi – quelli di tutte le città italiane. Unico modo insieme al 12 per trovare i numeri di telefono che non si conoscevano. Solo che costava cinque scatti. Non so quante volte di soppiatto da bambino ho chiamato a casa di Cristina D’Avena. Mentre i Ricchi e Poveri cantavano di “amore detto all’ultimo gettone” e io, a sei anni, ero perdutamente innamorato della Fede (di cui sono stato testimone di nozze, all fine, con un mio omonimo).

Questo post, non vuole essere un inno alla nostalgia: anzi. Oggi abbiamo l’immensa fortuna di poter essere costantemente a portata di amici, parenti, persino webstar. Comodo e così economico sentirsi, che scambiamo quantità per qualità. 

Compiti per il weekend – Prendi la cornetta e chiama Qualcuno di importante

La Q maiuscola non arriva a caso. Cosa ne è di quell’amica della nonna, a cui avevamo promesso di farci sentire? E dell’insegnante di scuola, dello zio d’America, semplicemente dell’amico che non vediamo mai? Sarebbe così comodo, un altro WhatsApp…

E invece: perché non prendi la cornetta, come con Mondial Casa?

Comporre un numero – ok, premere due pulsanti sul touchscreen – e dire “Pronto!”.

Chiedere se si disturba, se è il momento giusto.

Sottolineare che sì, sto chiamando proprio per sapere come stai e per fare due chiacchiere. E non demordo finché non ti trovo. Altro che “non l’hai letta la mail?” e “ti avevo mandato un messaggio…”.

Se ci riprendessimo per pochi minuti la piena consapevolezza e responsabilità di una relazione di cui abbiamo voglia? Se fossimo noi, questo weekend, quelli che fanno la differenza con un momento di qualità, di coccola, di determinazione nel farci sentire, per davvero?


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