Lo scorso anno non è stato proprio facile per me. Avete presente quando, non si sa bene perché, tutti gli astri sono avversi e di colpo il mondo intero vi crolla in testa? E allora si perdono nove chili in scioltezza (non nel senso diarroico del termine), le giornate sembrano interminabili e già solo dire un “pronto” senza scoppiare a piangere è una conquista.
Tutto ci ricorda la persona a cui non piacciamo abbastanza. O non piacciamo più. Guardiamo in nostri amici e piangiamo. Guardiamo un film e piangiamo. Guardiamo un vagone della metro e piangiamo. Guardiamo una lasagna e piangiamo.
Troppo fragili per ripartire, troppo sfiduciati per risalire. Tutto quello che abbiamo conosciuto fino a quel momento ci ricorda quel qualcuno. E allora via di baratro!
Oppure.
Oppure fare couchsurfing!
Eh niente, mi sono iscritto pensando che in occasione di Expo qualcuno avrebbe avuto pur bisogno di ospitalità e io sarei stato forzato a sentirmi meno solo. Pur in una posizione affatto centrale, tra Monza e Cincinnati, una ventina di viaggiatori hanno scelto casa mia per passare qualche notte. Li ho ospitati gratuitamente, come da tradizione.
Ciò nonostante hanno portato con sé valigie piene di sorrisi, sacchi a pelo, biscotti ucraini, cioccolata tedesca, matite colorate, portachiavi, pacchi di pasta, tazze, ricordi, esperienze, tanta voglia di condividere. Di conoscere e di farsi conoscere.
Il mio primo ospite è stato Anthony, tra i fondatori della community originale. Ha 293 recensioni e mi ha scritto all’ultimo secondo perché aveva perso il treno per tornare a Parigi.
Vincent e la sua amica, diciannovenni al loro primo viaggio in Italia da soli. Accolti dalla mia vicina, la Liz, perché pure io ero in viaggio.
Serkan, che fa il concierge al Mandarin Oriental da Istanbul a Hong Kong. E ora a Bodrum.
Nathalie, alla sua prima settimana da Erasmus, che ha dimenticato da me una sciarpa che conto di ridarle prima o poi.
Andre e Toni, che si sono innamorati inseguendosi per l’Europa e poi mi hanno a loro volta ospitato a Barcellona.
David, partito dal Brasile con 50 dollari e senza sapere una parola di nessuna lingua oltre al portoghese.
Vilèm, la sua ragazza e un’amica, con cui ci siamo fatti una spaghettata aglio e olio alle tre del mattino.
Compiti per il weekend – Iniziare a fare couchsurfing
Non importa se avete solo il divano della nonna, sgualcito e macchiato. Chissenefrega se avete un bagno solo e quattro coinquilini. Pazienza se di notte russate.
Create un profilo.
Provate a raccontarvi come si fa con uno sconosciuto con il quale non si vuole far colpo, ma solo essere se stessi.
Preparatevi alla felicità di ospitare qualcuno. E, magari, chiedete a vostra volta di essere ospitati.
Ci vogliono 10 minuti. E sarà come aprire una nuova porta sul mondo. Gratuita solo in apparenza, perché il valore che ne consegue è enorme e vi cambierà nel profondo.